LIBRO



I SILENZI DELL'ANIMA

Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volo' in lontananze ben al di sopra del mare .
Ed egli chiuse gli occhi e prego' nei silenzi della sua anima.
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E camminando vide uomini e donne lasciare campi e vigneti e accorrere verso le porte della citta'.
E udi' le loro voci pronunciare il suo nome e gridare da campo a campo
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E lui si disse: il giorno della separazione sara' forse il giorno del convegno?
E questa mia vigiglia sara', in verita', detta la mia aurora ?
E cosa offriro' a chi ha lasciato l'aratro a meta' solco o ha fermato la ruota del suo torchio ?
Sara' il mio cuore l'albero pesante di frutti che donero' loro ?
E sgorgheranno come fonte i miei desideri affinche' ne siano colme le loro coppe ?
Sono forse io un'arpa sfiorata dalla mano del potente, o un
flauto che il suo soffio attraversa ?
Io sono un esploratore di silenzi, e quali tesori scoperti nei silenzi potro' dispensare con fiducia ?
Se questo e' il mio giorno delle messi, in quali campi ho sparso il seme e in quali stagioni dimenticate ?
Se veramente questo e' il giorno in cui levero' alta la mia lanterna non e' la mia fiamma che qui brucera'.
Buia e vuota alzero' la mia lanterna, e a riempirla e ad accenderla sara' il guardiano della notte.

                      KAHLIN GIBRAN " Il Profeta"

Il Profeta e' forse uno dei testi piu' sacri che siano mai stati scritti ed in particolare e' l'unico, di mia conoscenza, in cui si parli dei silenzi dell' Anima e questo ci fornisce l'assoluta garanzia che il libro e' frutto di un'esperienza reale dell'autore.
L' intera esperienza non puo' essere resa in parole, al massimo si puo' tentare di descrivere un petalo, ma l' intera rosa non apparira' mai.

Eppure da questo petalo si puo' sentire, si puo' trovare la certezza che la rosa esiste.

"Inoltre i particolari che si trovano descritti nel suo libro ci confermano questa diretta esperienza; non si trovera' mai un poeta o uno scrittore che parlino di " silenzi dell'anima' al limite si parla di "silenzio dell'anima".

La differenza puo' sembrare minima ma e' fondamentale perche' solo chi ha sperimentato sa che dentro di se' vi sono strati su strati di silenzi ed ognuno ha il suo aspetto, risuona diversamente, ed inoltre ognuno corrisponde ad un chakra.

Solo quando un chakra e' in sintonia diventa silente ed il suono di questi silenzi ha portato Gibran a pregare dentro la sua Anima."

E' lo stesso principio di una famosa domanda Zen : che suono fa il battimani fatto con una mano sola?

Non e' un problema di filosofia o di teologia il problema deve essere visto dal punto di vista esistenziale: solo immergendosi in questi silenzi possiamo comprenderli.

E' la meta che conta, non il ricercatore, quando la meta e' raggiunta il ricercatore scompare.

Ecco perche' Gibran si preoccupa: Cosa offriro' a chi ha lasciato l'aratro.... .

Gibran non ha nulla da offrire, solo il suono dei suoi silenzi, che non si puo' dare.

Perche' il silenzio non si puo' dare si puo' solo prendere; lui e' li' basterebbe prendere da lui.

Ed allora sara' per loro come il bambu' cavo attraversato dal vento, le sue parole non saranno sue, la sua lanterna e' vuota e buia; la riempira' e l'accendera' l'essenza dell'universo, il Signore dei silenzi perche' l'identita' del singolo e' perduta, esiste solo piu' l'identita' universale.

Gibran ha trovato se' stesso; ha trovato cio' che il mondo conosce sotto il nome di Dio.

Ma cio' che ha trovato e' cosi' enorme che e' impossibile da visualizzare.
Colui che e' partito alla ricerca ha trovato la fonte, ma qualcosa e' accaduto: nell'istante in cui trovi non esisti piu'.

Nessuno puo' vedere l'assoluto perche' non vi puo' essere oggetto ed osservatore se l' oggetto deve essere l'assoluto stesso.

Nell'istante stesso in cui l'hai trovato.... e' un attimo e cio' che cercavi e stato trovato, ma il ricercatore e' andato perduto.

Non possono esistere nella stessa realta', nella tua realta', Tu e Dio o uno o l'altro; se arriva Dio tu scompari.

E tutto cio' che egli puo' dare, tutto cio' che un Maestro puo' dare viene comunque distribuito, sta a noi prendere o meno.

L'albero carico di frutti li distribuisce senza discriminazione, ma se nessuno li coglie essi comunque cadono a terra perche' nulla puo' essere trattenuto, cio' che e' trattenuto e' fermo e cio' che e' fermo e' morto.

Non esiste nulla in natura di fermo, l'energia non conosce stati perenni di quiete.

Tutto cio' che e' preso deve essere dato....

.....non esiste altra via.
Chiunque tenti di negarlo e' costretto alla follia,
di un Mondo senza fine,
di un eterno vagare,
tra beni e cose care che pero' non sanno amare.
chi dalla vita attinge e dare poi non sa'
non merita null'altro se non l'infinita',
ma eterno sempre vive colui che lo trasmuta
e che con l'atto suo un altro animo aiuta.
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Tutto cio' che e' dato non ha prezzo, non puo' essere acquistato, deve essere rubato e questo debito karmico dovra' poi essere ripagato distribuendo i frutti del proprio albero.

Non vi puo' essere prezzo perche' cio' che ha un prezzo e' morto, quando si da' un prezzo a qualsiasi cosa la si uccide.
In questo mondo diamo un prezzo all'Amore e in quello stesso istante lo uccidiamo.

Vi e' un prezzo per le preghiere, per le funzioni religiose, per una moglie o un' amante, per un figlio....

Vi e' un prezzo per l'uomo, per il soldato.....

Tutti questi esseri forse respirano, ma sono morti.

Una pianta respira, un animale respira, non per questo un animale si puo' evolvere spiritualmente senza prima passare dallo stadio del vero uomo, vivo e presente a se' stesso.

Non vi puo' essere prezzo perche' il dono e' sempre e comunque Amore e l'Amore non puo' essere morto; muore immediatamente se entra il gioco il possesso.

Si' e importante saper donare ed un Maestro si deve poter pensare che sappia farlo, ma noi, noi che dobbiamo ricevere ne siamo in grado?

Saper ricevere e' altrettanto importante, nell'istante stesso in cui entra in gioco il possesso uccidiamo cio' che ci viene dato.
La parola "MIO" dovrebbe essere bandita dal nostro parlare.

Se siamo in grado di non possedere possiamo ricevere da una moltitudine di fonti, entro tutto cio' che ci circonda vi e' Dio ( Uso e usero' questo termine per indicare, nella maniera piu' assoluta l'entita' creatrice e matrice dell' Universo; l'unita' prima, e non mi voglio con questo attenere ad alcuna realta' o definizione religiosa di qualsiasi credo. Anche definire e' uguale ad uccidere. )

Siamo noi che non siamo in grado di percepire i messaggi che ci vengono da ogni dove.

Potremmo percepire Dio dentro di noi, ma dobbiamo uccidere l'Io, dobbiamo smettere di pensare in termini di "Io sono" non dobbiamo possedere noi stessi.

Potremmo percepire Dio nelle persone intorno a noi se fossimo in grado di dare loro l'assoluta liberta', se fossimo in grado di non pensare a MIA moglie, a MIO figlio,al MIO amico.....Nell' istante in cui ci poniamo con il minimo atteggiamento di possesso, anche inconscio, abbiamo ucciso tutto cio' che L'Anima di quella persona ci poteva dare.
Prenderemmo solo gli strati materiali, il possesso di qualcosa di soffocato, ucciso dal nostro Ego.

Potremmo percepire Dio fin anche nelle cose materiali che ci circondano se l'atteggiamento fosse non di possesso.

Non esiste persona che si possa permettere l'Amore, ci si puo' permettere un tempio, una villa, una macchina, cinque mogli e dieci figli, un monumento al nostro IO, il televisore piu' all'avanguardia o anche permetterci solo un tozzo di pane, ma non ci potremo mai permettere l'Amore.

L'Amore non ha prezzo, non ce lo si puo' permettere.

Una cosa tra le piu' fraintese dalle religioni di tutto il mondo e da molte filosofie a loro connesse e' l'atteggiamento riguardo al possesso ed al dono.

Per essere "Santi" non e' vero che occorra rinunciare a tutti i beni materiali perche' cio' che conta e' l'atteggiamento di base, la rinuncia al possesso.

Io posso avere anche un castello e questo non mi disturbera' minimamente se non avro' un atteggiamento di possesso.

Non e' vero, inoltre che chi e' povero sia piu' vicino a Dio; chi e' povero non possiede materialmente, ma se desidera e' come se possedesse mentalmente.

Non e' vero che donare parte dei proprii beni materiali avvicini a Dio, non finche' il dono sia come quello dell' albero carico di frutti.

Per poter donare materialmente, non si deve avere un fine, come ad esempio il riscatto dei proprii peccati, questo e' mercanteggiare !

Per poter donare materialmente non si deve aspettare che venga chiesto, il dono deve essere spontaneo.

Per poter donare, il bene non deve piu' essere affetto dal senso di possesso.

Il dono piu' bello e' quello che non riceve un grazie perche' nessuno lo ha notato , che nessuno loda perche nessuno lo ha saputo e che non ci gratifica perche' ce ne siamo subito dimenticati.

Solo in questo modo si donano cose vive, e per vive intendo dal punto di vista energetico.

Nel bilancio universale delle energie un dono fatto bene ci portera' in cambio un compenso positivo, cioe' della stessa energia del dono stesso.

Ma se abbiamo gia' noi compensato questa energia con il nostro stesso compiacimento, per esempio, questo e' gia' il nostro compenso non attendiamone altri.

Come potete vedere sia dal punto di vista filosofico, sia da quello energetico saper donare e saper ricevere sono due tra le cose piu' difficili.

Ma se noi saremo una lanterna vuota lo spirito dell' universo riempira' i nostri silenzi con la musica della creazione lasciandoci nella piu' grande delle felicita': la sintonia con noi stessi e con il creato.

Ma solo se avremo trovato i nostri silenzi questa musica potra' suonare, fino a che suoneremo la musica individuale, come un solista stonato non ci sara' spazio per la musica di Dio.

IL PERCORSO DELL'ANIMA

 
" Il corpo e' un amico malfido, dategli quello che gli e' dovuto e non di piu'.La sofferenza ed il piacere sono transitori sopportate ogni dualita' con calma cercando al tempo stesso di portarvi al dila' del loro potere.L' immaginazione e' la porta dalla quale entrano sia  la malattia che la guarigione.Rifiutate di credere nella realta' della malattia anche quando siete ammalati.Un visitatore non accolto scappa via presto !.---
Un delicatissimo sistema spirituale si cela proprio dietro la struttura del corpo."

 PARAMAHANSA YOGANANDA


I tempi stanno cambiando, stiamo entrando in una nuova era, in una nuova dimensione piu' spirituale, piu' coinvolta nei processi energetici le cui forze sottili sono sempre piu' presenti.

Per noi che entriamo nell' era dell'Acquario e che viviamo questo travagliato periodo di transizione il compito e' piu' che mai arduo, eppure non e' mai stato cosi' esplicito.

Ovunque nel mondo si sente parlare di questo nuovo modo di vedere le cose: la New Age, gli Staineriani, l'Omeopatia, Il Rei-Chi, e molti altri ne sono l' esempio lampante.
Qualcosa sta cambiando, lentamente forse, ma con decisione.

La teoria del Sorriso Interiore, oppure quella del Pensiero Positivo riempiono pagine di carta stampata, fanno la loro comparsa in canzoni, in movimenti di pensiero, nei nuovi processi terapeutici che psicologi e sociologi adottano, in nuovi metodi di cura alternativa.

Stiamo anche riesaminando con cura vecchi detti, tradizioni, comprendendo finalmente che il fondo di verita' in esse contenuto era il frutto di una specifica conoscenza intuitiva ora comprovabile fisicamente.

Il ruolo che ci compete in tutto questo movimento e' di lasciare il posto di spettatore per diventare piuttosto attori-spettatori di questa nostra esistenza.

E' venuto il momento di smettere di parlare di Magia, bianca o nera che sia, ma di Energia perche' tutto e' Energia.
Noi siamo forme di Energia, la stessa che tiene insieme gli atomi del nostro corpo fisico e che a livelli piu' elevati compone il nostro corpo astrale; la stessa che e' insita in ogni parola, in ogni suono, nel primordiale AUM ( OHM, Amen ), nella vibrazione della Terra; la stessa che opera in ogni forma pensiero perche' ogni pensiero e' Energia ed interagisce con le altre fonti di energia obbedendo alle stesse leggi.

Possiamo con l' apertura dei nostri centri energetici ( Chakra ) fare in modo che l'energia dell'universo sia a nostra disposizione, al nostro servizio ed e' una fonte inesauribile di energia pulita, incontaminata.
Per poterla adoperare bisogna pero' conoscerne le leggi e operare un processo di purificazione dei proprii canali energetici perche', esattamente come per una resistenza attraversata da troppa corrente, se sottoposti ad un sovraccarico bruceremmo, letteralmente.
A questo scopo serviva l'approccio magico-mistico al problema; il Mago con i suoi rituali scaricava il passaggio delle energie necessarie attraverso canali ben definiti che lo portavano ad agire in sicurezza, cosi' pure il Mistico, pur mirando ad un risultato interiore, con le pratiche imposte ( Yoga ecc. ) negli anni acquisiva un livello di purificazione atto a reggere il passaggio delle enormi energie in gioco.
Al giorno d'oggi ci sono stati messi a disposizione mezzi piu' rapidi e piu' alla nostra portata per poter avere accesso se non a tutti, almeno ad alcuni livelli energetici piu' elevati.
Le scuole di Rei-Chi ad esempio, ne sono una dimostrazione; i corsi che vi si tengono possono con un'impegno di soli due giorni arrivare ad aprire i canali energetici principali di una persona senza che questi debba aver conseguito una laurea in discipline mistiche. ( e' applicabile anche a neonati di 4 mesi )

Con questo non voglio affatto dire che Yoga e meditazione non siano efficaci, sono e rimangono un utile e valido compendio, anzi ognuno poi trovera' la forma piu' confacente di didattica.

La differenza sostanziale  e' che non tutti possono dedicare la loro esistenza alla meditazione 20 ore al giorno.
Queste nuove scuole portano all'uomo comune, a Miliardi di uomini, la possibilita' di vivere una vita " normale " , di andare al lavoro, di avere una famiglia, una moglie e di ottenere comunque risultati degni del piu' alto eremitaggio sulle vette dell'Himalaya.

Meditare si puo' anche solo un'ora al giorno, per altri la parola meditazione puo' essere sostituita dalla parola studio o aiuto del prossimo o ancora dipingere, cantare, suonare....
La forma non e' piu' importante perche' comunque sara' la nostra anima a scegliere, noi impareremo ad ascoltarla e lei ci dira' come essere realmente felici.

La nostra anima non e' niente altro che una forma di energia che, come le altre dobbiamo imparare a percepire e che dobbiamo imparare a decifrare.
Rimangono validi tutti i processi che vengono in aiuto, senza perdere di vista la meta finale, come leggere libri particolarmnte ispirati, l'autoanalisi, lo yoga, il cercare di voler bene alla propria moglie ecc.

Si tratterebbe di raggiungere come una somma tra sensibile e razionale, lo dico in un'altro modo ancora, l'essere consapevoli della propria energia maschile e femminile ove la ragione sara' pur anche la capacita' di garantire cio' che siamo e cio' che cio rende manifesti.

A questo punto parlare di miracoli diventerebbe semplice; basta prendere una forma di pensiero e fornirle, dall'immensa riserva dell' universo, l' energia necessaria a consolidarne gli atomi e a tenerla nella forma che le vorremmo assegnare.
Non ci sono limiti a cio' che puo' essere fatto.

Vien cosi' di pensare che una persona provvista di "grandi poteri" e di "cattive intenzioni" possa operare cose orribili oppure diventare un tiranno o altro.
 Il trucco e' che per purificare il proprio corpo al punto di reggere le Energie in gioco e' necessario prendere coscienza della propria anima e non esistono anime con " Cattive intenzioni"; quindi se il vostro scopo e' quello di diventare "Potenti" potete non partire neanche perche' potente lo si diventa per usare il proprio potere per gli altri... non esiste altra via.



In questo trova conferma l'antico detto " non fare agli altri cio' che non vorresti sia fatto a te " perche' nella legge della compensazione energetica ( Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma ) se allontaniamo ( diamo ) un' energia "positiva" nel farlo ci sbilanciamo e quindi un' energia di segno uguale verra' a colmare il vuoto lasciato.
In senso piu' lato quindi se facciamo del "bene" questo bene ritorna, se sorridiamo ci verra' sorriso, se pensiamo positivamente le cose andranno positivamente.

Una digressione qui e' d'obbligo per evitare di essere frainteso:
e' difficile parlare di "bene", molto spesso noi non possiamo percepire se cio' che facciamo, o meglio ancora se cio' che ci accade e' "bene" o "male" nel senso assoluto del termine ( che non ha effettivamente senso ).
Se cado e mi rompo la gamba e' Male, ma se avessi attraversarto la strada una macchina mi avrebbe investito e ucciso, quindi il rompermi la gamba prima sarebbe Bene!

Esiste un proverbio Cinese molto famoso:
Un contadino di un piccolo villaggio della provincia di Hefei con i soldi duramente risparmiati si reca al mercato e compera uno stupendo stallone bianco facendo anche un ottimo affare.
Al suo ritorno gli altri contadini commentano stupiti: che bel cavallo, quanto sei Fortunato ad essere riuscito in un cosi' buon acquisto !
Dopo solo due giorni il cavallo riesce a scappare e tutti esclamano: che Sfortuna, se non avesse acquistato il cavallo avrebbe ora i soldi per comperare un' altra moglie.
Dopo altri due giorni il cavallo ritorna con una giovane giumenta e tutti nuovamente a parlare di quanto fosse stato Fortunato il contadino a fare un simile acquisto!.
Passano i giorni ed il figlio unico del contadino si rompe una gamba cadendo da cavallo e tutti maledicono la sfortuna di un tale malaugurato acquisto: due cavalli valgono molto, ma chi aiutera' ad arare i campi?
In quel perido le truppe del Signore del luogo setacciano le campagne in cerca di soldati da reclutare, ma ovviamente, scartano il figlio del contadino perche' Fortunatamente ha una gamba rotta.

Dipende dal contesto e noi non siamo in grado di percepire questo contesto, ecco perche' dobbiamo agire con pensiero positivo, dopo, tutto cio' che arrivera' sara' di segno positivo, ma non e' detto che cio' debba gratificare il nostro Io alla breve distanza.
Se mi ammalo e devo stare a letto sei mesi e' forse "male", ma se in questi sei mesi ho la possibilita' di fermarmi dal lavorare 18 ore al giorno e di realizzare che ci sono altre cose nella vita forse mi salvo dal sicuro infarto che con il mio stile di vita mi ero preparato.( e magari mi accorgo che attorno a me ci sono persone che vivono vicino e alle quali non ho mai prestato attenzione ).

Tutte le malattie sono messaggi, sono il segno che qualcosa deve cambiare, anzi sono il messaggio ultimo, quando ormai tutti i sistemi di comunicazione inconscia hanno fallito allora noi Ci ammaliamo.

Il riconoscere ed eliminare la malattia nell' Aura porta ad un duplice effetto di guarigione fisica e spirituale perche' il riequilibrare dette energie riequilibrera' automaticamente il nostro modo di vivere, almeno momentaneamente.
Stara' poi a noi il capire ed il mantenere questo equilibrio, altrementi ci ammaleremo di nuovo.

Sorridiamo al mondo; andiamo a dormire pensando a qualcosa di bello; svegliamoci dicendo a noi stessi che sara' una magnifica giornata; guardiamoci allo specchio e diciamo: Ti amo, Mi piaci, Sono felice di esistere....
Stupido ?
Puo' anche sembrare stupido e privo di senso ma la vostra vita cambiera' ed anche in fretta, si tratta solo di iniziare, di dire nella propria mente poche stupide semplici frasi, e la nostra vita cambiera'; ma, allora perche' e' cosi' difficile ?

Bisogna sempre superare il maledetto ostacolo dato dalla nostra ragione che ci dice quanto sia stupido provare.

Eppure e' sufficiente questo: sorridere alla vita.

Avete un capo che vi perseguita, che vi tratta male, che proprio tutti non possono sopportare ?
Bene, sorridetegli, trattatelo con piu' gentilezza di tutti e lui cambiera' con voi, diventera' gentile, non ha altre alternative, lo avete costretto.

Come gia' detto le forme pensiero sono estremamente potenti e quindi bisogna anche stare attenti a non pensare male degli altri o a maledire qualcuno; tutta questa "negativita'" ci ritornera' addosso in forme diverse.
Il cancro e' una delle manifestazioni piu' evidenti che si sviluppano in chi non sa' perdonare ed in chi porta rancore per la vita o per qualcuno.



E' importante parlare e pensare in modo corretto.
Bisogna imparare a dire Posso e non Devo.
Potere implica la possibilita' di scelta tra il fare ed il non fare e da' per scontata la riuscita.
E' il primo esempio di ristrutturazione del linguaggio in forma positiva.
Bisogna eliminare i se od i forse quando si parla di un progetto che si vuole realizzare, perche', e qui sconfiniamo nella psicologia, i segnali che voi stessi darete ( comunicazione non verbale ) saranno recepiti dall' inconcio degli altri e sarete voi stessi a definire il risultato del vostro progetto.

Il nostro cervello e' una macchina bellissima che pero' non e' provvista di interrutore.
Quando siamo impegnati pensa a cio' che noi vogliamo e svolge i compiti non automatici a lui assegnati; e' per cosi' dire al lavoro.
Quando lo lasciamo libero comunque deve trovare qualcosa a cui pensare, delle immagini mentali da proporre ecc.
E' difficile qui comprendere perche' con tante cose che puo' fare nel "tempo libero" il nostro cervello si diverte a proporci quanto di piu' brutto ci e' accaduto, anche molto tempo fa'!
Oppure passa il tempo a tormentarci con futuri orribili, con sensi di colpa e di impotenza ecc.
Essendo noi i padroni del nostro cervello, mi vien dato di pensare che forse potremmo prenotarci la visione di qualcosa di meglio!
Perche' non pensare a cio' che vi e' stato di bello nel nostro passato ( e non dite che non c'e' niente di bello perche' non e' possibile, solo non ci pensate abbastanza.) oppure giocare a costruirci un attimo di futuro stupendo o a realizzare tutti i sogni.
Bisogna insegnare al cervello a scegliere il materiale che ci aggrada, in linea con il nostro Pensiero Positivo.
Come fare ?
Semplice; quando pensa a qualcosa che non rientra in quanto vogliamo lo fermiamo, scegliamo assieme a lui, per esempio, un ricordo piacevole e lo gustiamo insieme.
Se si fara' un po' di pratica il cervello imparera' e ci proporra' poi automaticamente cose in tono con i nostri gusti.
( che peccato non passare piu' cosi' tanto tempo scuri in volto e tormentati dall' ultima fantasia o dall' ultimo ricordo di come eravamo poveri, affranti, delusi, insoddisfatti ....!!)

Il passato non esiste, cosi' come il futuro, esiste soltanto il momento presente, non tormentiamoci con i sensi di colpa, non servono !

Pensiamo al presente e viviamo positivamente, il mondo regisce a noi, noi guidiamo la barca, molto piu' di quanto supponiamo; noi siamo attori e non solo spettatori in questa esistenza ed e' per questo che vi invito a sorridere a voi stessi ed agli altri.

L' anima vi seguira' non importa quale sentiero prendiate, ascoltatela, aprite gli occhi e le orecchie al mondo reale, siate attori-spettatori della vostra vita e siate felici.


Liberamente tratto e riassunto a mio modo con l'aggiunta di miei pensieri e commenti da diversi scritti di Paramahansa Yogananda.

IL PRIMO PASSO

"Eppure non volevo tentar di vivere 
se non cio' che spontaneamente
voleva erompere da me.....
perche' era tanto mai difficile?"
  
                      HERMAN HESSE "Demian"
"Anche un viaggio di diecimila chilometri 
inizia con il Primo Passo" 
  
                       LAO TSE 

Adesso abbiamo quasi il desiderio, abbiamo quasi in mano la decisione di fare...
qualcosa si', ma di nuovo, non importa cosa....siamo quasi pronti.
Inizieremo sicuramente DOMANI.
Abbiamo trovato il problema e sappiamo come risolverlo.
Abbiamo capito cosa va fatto, ma non ne siamo all' altezza, non siamo capaci di farlo.
Altri si', ma noi, noi... no. E' impossibile; non abbiamo abbastanza coraggio, non siamo abbastanza
bravi, non abbiamo la forza per cambiare un'abitudine.
Se solo avessimo la forza, la possibilita'....
Quanti di noi si ritrovano con obiezioni e pensieri di questo tipo.
Eppure non viene richiesto niente di speciale, praticamente nessun sacrificio.
All'inizio basterebbe provare a sorridere, cambiare un pochino il modo di pensare, provare a non
rispondere male ai proprii genitori, cercare di arrivare in orario agli appuntamenti o fare le cose che
devono essere fatte per vivere all'interno di questa societa' senza rancori.
Allora perche' e' cosi' difficile ?
Eppure una parte di noi anela a questo, cerca di convincerci a farlo.
Se solo ci fermassimo ad ascoltare dentro di noi, magari proprio mentre leggiamo questo libro,
sentiremmo tutti questi propositi, sentiremmo nascere voglie di nuovi stili di vita, vedremmo nascere
decisioni nostre, personali.
Allora perche' e' cosi' difficile ?

Perche' ora dalla teoria si passa alla pratica....
Perche' e' venuto il momento di iniziare il viaggio....
Perche' la nostra vita non sara' mai piu' la stessa se solo noi facciamo quel piccolo Primo Passo.
Non importa come; l'importante e' mettersi in cammino.
Qualcosa ci attira; la nostra Anima ci chiama: come possiamo resistere ?
In realta' non e' per niente difficile, si tratta di iniziare dalle piccole cose, dal lavarsi i denti tutti i
giorni, dall' andare a scuola al lavare i piatti o recarsi al lavoro.
Come ? Direte voi, noi facciamo gia' tutte queste cose!
Si', e' vero, ma come?
Per fare tutte queste cose serve attenzione, ma io vi chiedo un'attenzione COSCIENTE !
Scoprire di poter rivolgere la propria attenzione anche all'interno e' il Primo Passo.
Risvegliare la coscienza dell'esserci, l'esperienza che sono veramente io a compiere un certo atto, e'
quanto ci permette di acquisire sempre maggiore dimestichezza con un nuovo linguaggio, quello della
CONSAPEVOLEZZA.
Il senso del presente e della presenza si coltiva, si esercita, sino a risvegliare il "testimone interiore",
con cui esplorare i diversi livelli del nostro essere: il piano fisico, emotivo, mentale e spirituale
scoprendo qualcosa della struttura stessa dell'essere umano che condividiamo con il resto dell'umanita'.
Volendo dare un esempio di come fare a cambiare atteggiamento in senso di pensiero positivo e a
recuperare il controllo sulla nostra vita rafforzando al tempo stesso la nostra volonta', un esempio di
Primo Passo facile da attuarsi e che richiede assolutamente nessun sacrificio, penso si possa far
riferimento alla tanto agognata "Liberta' di Scelta".
Nel scegliere di volta in volta come affrontare la realta', si manifesta la nostra volonta', si attiva quello
che e' il "direttore d'orchestra".
Non esistono situazioni che non lasciano liberta' di scelta, e non e' tanto importante cosa scegliamo,
quanto che, anche se dobbiamo decidere per il "male minore", lo facciamo coltivando internamente un
atteggiamento attivo e non passivo nei confronti della scelta.
Se abbiamo nel lavandino una montagna di piatti che raggiunge quasi il soffitto ( un mare di compiti
da svolgere, una noiosa riunione di affari, la suocera da andare a trovare ecc.), con fare rassegnato ci
mettiamo il grembiule ( io detesto lavare i piatti ) dicendoci: "devo lavare i piatti".
E' un equivoco, non e' quella l'unica possibilita' a disposizione: posso decidere di continuare a
mangiare in piatti di carta, posso pagare una persona che li lavi al posto mio, posso invitare a cena un
amico contando sul fatto che si senta obbligato a contribuire al lavoro in cucina, o posso decidere che
nessuna di queste soluzioni mi aggrada e quindi preferisco lavare i piatti.
Ma allora l'attteggiamento interno si trasforma in un "voglio lavare i piatti", io sono il "mandante" e
non la vittima di un complotto universale che mi obbliga a lavori che non vorrei fare!
L'esempio e' banale, ma lo si puo' applicare a situazioni molto piu' impegnative che ci vedono
coinvolti.
"Lo faccio perche' lo voglio" diventa un piccolo trucco con cui coltivare a poco a poco il senso di
padronanza sulla realta', riconoscendo come, a partire dal nostro atteggiamento interiore si scatenera'
tutta una catena di causa effetti di eventi che possono svilupparsi in direzioni completamente diverse.
Con un atto di volonta' possiamo decidere di vedere "la meta' piena del bicchiere" di molte situazioni,
coltivando cosi' un atteggiamento piu' positivo nei confronti della vita quotidiana.
Se qualcuno ci urta in autobus, possiamo pensare che l'altro l'abbia fatto apposta, possiamo
prendercela con noi stessi per essere sempre al posto sbagliato o possiamo immaginare che forse quella
persona, perdendo l'equilibrio, ha cercato di aggrapparsi a noi per non cadere.
A seconda di come noi decideremo di affrontare l'episodio, lo stato d'animo con cui scenderemo da
quell'autobus sara' diverso, e questo a sua volta, probabilmente, influenzera' il resto della nostra
giornata.
La volonta' qui non va' intesa nel senso vittoriano, non e' la capacita' di imporsi un comportamento
piuttosto che un altro, per ubbidire magari a qualche condizionamento piu' o meno occulto su cio' che
dovremmo o non dovremmo essere. E' espressione dell'insieme dei nostri personaggi, che decidono di
coordinarsi, per poter esprimere il meglio di se'.
Anche gli automobilisti procedono piu' tranquillamente se i semafori funzionano!.
Volonta' e' la funzione dell'Io, che si riappropria del suo ruolo centrale di direzione, che scopre di avere
il potere e la forza di condurre energie e personaggi del mondo interiore, gli strumenti musicali dell'
orchestra di cui siamo i direttori.
LA VOLONTA' SI INTENSIFICA USANDOLA.
Recuperiamo il nostro retaggio di figli di Dio, noi siamo Attori-Spettatori di questa esistenza e
possiamo indirizzare la nostra vita, non importa quante disavventure o disagi ci possano venire
incontro.
Il cambiamento inizia subito, con il PRIMO PASSO !
Sia quindi il nostro parlare "IO POSSO - IO VOGLIO"
Certo quando la strada inizia, ed ognuno di noi ha la sua strada, veniamo quidati dai nostri desideri
(interiori) dalla sete della nostra anima di arrivare alla meta, ma lungo il cammino, ad allietare il
nostro andare, troveremo innumerevoli piccoli successi, innumerevoli piccoli stimoli che ci
compenseranno rendendo piu' facile il percorso.
Tutta la strada e' fatta di piccoli passi ed ognuno di essi porta qualcosa alla crescita della
consapevolezza nel nostro essere.
Quindi durante la strada saremo gratificati da successi e mortificati dall'imperfezione della nostra
condizione. ( giusto per stimolarci ad andare avanti ).
E' molto importante pero', quando si incontra un dono lungo il cammino coglierlo, riconoscerlo e poi
procedere, altrementi saremmo come colui che alla vista di un bellissimo fiore a i margini della strada
si ferma a contemplarlo.
Chi si ferma, per paura di perdere cio' che ha ottenuto e' perduto.
La strada e' esperienza non stabilita', nulla e' possesso, neanche il proprio stato di evoluzione.
La strada garantisce felicita' non stabilita'; ci hanno abituato a considerare la stabilita' come un punto
di arrivo; ci hanno educato e ci hanno detto che il massimo dalla vita e' un lavoro stabile, una relazione
stabile una morte stabile, ma dove e' l'uomo in questo?
Posso dire in verita' che il destino e' quello che voi ne fate.
Analizzatevi. Cosa ne e' stato delle vostre buone intenzioni e delle vostre nobili ambizioni dell'anno
passato?
Decidete di non essere un automa azionato dalle vostre abitudini, poiche non e' questa la strada che
porta alla vera felicita'.
Voi stessi vi siete creati come siete adesso ed un vago desiderio di migliorare non basta.
Usate la volonta'.
Le sbarre delle abitudini sono prigioni piu' ristrette di quelle racchiuse da muri di pietra!
Ovunque andiate portate con voi quella prigione invisibile, eppure potete essere liberi.
Com'e' tremenda la vita, in cui dall'eta' di tre anni, siamo condizionati dalle abitudini.
Un piccolo cambiamento delle abitudini e' un altro ottimo esempio di Primo Passo, e non sto parlando
di cambiamenti radicali, solo di un piccolo cambiamento. E' sufficiente per iniziare.
Noi possiamo superare le caratteristiche che ritieniamo di noi indesiderabili.
La mente umana e' elastica ed impara in fretta.
Se la tirate un po' per volta essa cedera' ai vostri strappi. ma se non si prova nemmeno...
La psiche ha una natura flessibile, condizionabile.
Se non ci assumiamo il nostro potere personale nella gestione dei suoi contenuti, ci abbandoniamo alla
merce' di chi sa invece gestire molto bene non solo la mente sua, ma anche quella degli altri, la
pubblicita' e' solo uno degli esempi piu' evidenti.
Un altro non meno importante effetto collaterale dell' applicazione di tale schema mentale e
l'eliminazione della maggior parte degli inutili sensi di colpa.
Il capovolgimento del malinteso fornisce l'antidoto allo stesso. Se il condizionamento subito ci diceva "
non combino mai niente di buono", possiamo decidere di cambiarlo con " ogni mia azione porta gioia e
ricchezza attorno a me", se siamo stati per anni oppressi dall'idea che che "c'e' qualcosa che non va in
me", possiamo sostituirla con l'affermazione "amo e apprezzo me stesso cosi' come sono".
L'importante e che l'antidoto non contenga NEGAZIONI ( si puo' dire " la gioia cresce nel mio cuore",
invece di " non sono piu' triste"), che non usi la parola DEVO ( " c'e' energia e ottimismo in ogni mia
attivita'" puo' sostituire " non devo essere pigro" e che venga formulata al tempo PRESENTE,
considerando il risultato desiderato come gia' realizzato ( " il mio corpo e' in perfetta armonia e salute"
e' molto meglio di un generico "guariro'".
Inoltre ultima regola non bisogna mai aver paura di esagerare nel mettere in evidenza con se' stessi i
proprii meriti.
Queste affermazioni, una volta costruite quelle giuste per noi, vanno poi ripetute a voce, guardandosi
allo specchio, appendendosi bigliettini dappertutto, lasciandosi messaggi nella segreteria telefonica e
chiedendo alle persone care di ripeterceli.
Bisogna fare una cura intensiva per almeno 21 GIORNI il tempo minimo perche' il messaggio venga
recepito dall'inconscio.
Potranno emergere delle resistenze, anche molto forti, molti pensieri negativi emergeranno, ma non
abbiate paura l'importante e perseverare.
Questo che vi ho esposto e' un esempio molto valido di Primo Passo e che puo' dare risultati
sorprendenti in tempi brevi.
Noi siamo figli di Dio, non dobbiamo mendicare la nostra liberta', essa e' nostra di diritto, dobbiamo
solo lasciar agire la Divina Volonta' che e' in noi.
Cercare d'essere un milionario su questa terra e' per molti piu' difficile che essere realmente un Figlio
di Dio, anche se Figli di Dio lo siamo gia', solo che ce ne siamo dimenticati.
Ogni tanto per iniziare a fare il Primo Passo bisogna cercare di scrollarsi di dosso le obiezioni, tutti i
ma e i se.
Bisogna prendere decisioni e muoversi senza lasciarsi deviare dalla miriade di dettagli.
Nel momento in cui si attuano forme pensiero del tipo: devo iniziare a studiare - ma non ho tempo per
gli amici - gli amici sono importanti - vado a giocare - mi odio per aver giocato invece di studiare -
devo studiare - se avessi tempo - non ho tempo per tutto - oggi proprio no - domani inizio - non ne ho
voglia - ho voglia di stare in pace -  odio gli amici perche' non mi fanno studiare - non e' giusto solo
studiare - non e' giusto non studiare - non ce la faro' mai a recuperare il tempo perso ecc.
Attiviamo cosi' delle forme di pensiero dissociato che sono per altro tipiche di comportamenti
schizofrenici.
Tutti siamo , chi piu' chi meno, schizofrenici fino a quando non prendiamo coscienza delle nostre
decisioni affidando al Se' il compito di coordinare la nostra vita.
Per ovviare a queste forme di pensiero,che sono in grado di bloccare qualsiasi processo di
cambiamento anche se ripieno di buone intenzioni, si deve ogni tanto ricorrere ad un taglio netto per
nulla mediato dalla logica e che di per se' stesso non deve essere positivo al cento per cento.
Dobbiamo comportarci come un faleganme e dare un colpo netto di accetta troncando almeno per un
periodo rapporti ed obiezioni, chiedendo a se' stessi che cosa si vuole dalla propria vita e gettandosi a
capofitto in quella direzione.
Ogni tanto una piccola dose di fanatismo aiuta e anche se non sara' del tutto una decisione coerente
con le reali necessita' della persona almeno riesce a strapparla da uno schema logico che la aveva
ormai portata all' immobilita' senza soluzione ( dal punto di vista decisionale ).
Si puo' affermare in questo caso che una decisione sbagliata e' meglio che nessuna decisione.
Questa situazione e' tipica delle persone con un alto livello culturale e con una dialettica mentale
molto sofisticata, sempre in grado di controbattersi e di controbattere qualsiasi argomentazione ed
eternamente indecisi sulla decisione da prendere perche' nessuna rappresenta l'assoluto perfetto.
Dietro ad atteggiamenti di questo tipo spesso si nasconde una buona dose di insicurezza che richiede la
classica spinta o l'annullamento delle obiezioni con una situazione del tipo " senza scelta ".
Il grave di un comportamento come quello suddetto e che se il soggetto si rifiuta di prendere coscienza
delle proprie necessita', l'Anima per farsi ascoltare invia una mole di messaggi tale da portare la
persona a ricercare altri sistemi per poter fermare l'Io nella sua folle corsa.
Sovente questo viene rappresentato da malattie o incidenti che dovrebbero spezzare la catena delle
abitudini consolidatesi, in modo da lasciare spiragli a cio' di cui la persona ha realmente bisogno.
Tornando al sistema di superamento di situazioni simili, bisogna buttarsi, senza analisi, senza
motivarsi con logica in una scelta radicale che almeno in una prima fase non lasci spazi ad una
mediazione.
Risulta evidente pero' che tale punto di vista andra' poi mediato e riorientato a seconda delle necessita'
reali dopo pero' che sia stato in grado di produrre un cambiamento.
E' questo un esempio, e forse il solo, di quando il Primo Passo non e' rappresentato da un cambiamento
graduale ma da una decisione di tipo assoluto.
Comunque sia, il piccolo o il grande Primo Passo sono l'elemento indispensabile per poter generare il
cambiamento che state cercando ed il leggere queste righe puo' essere gia' il Primo Passo di cui avete
bisogno.
Gli strumenti musicali siamo noi, il direttore d'orchestra siamo noi, il compositore siamo noi.
Scopriamo di avere in mano la liberta' e la responsabilita' di comporre la nostra sinfonia e di adattarla
alla realta' trasponendo lo spartito da idea a musica, da sensazione interiore a realizzazione esteriore.
Questa ricerca di identita' tra contenuto e forma e' il filo conduttore attorno al quale si snoda ogni
nostra ricerca, perche' non una ma infinite sono le possibili forme che possiamo dare alla nostra
esistenza, per rendere risposta alle esigenze dell'Anima.

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